Premessa
Benché la venerazione della morte in Messico
abbia origini pre-colombiane è solo dal 2003 che il culto della
Santisima Muerte si è organizzato in modo ufficiale manifestandosi sotto
forma di un nuova religione in ascesa incontrollata. A farlo è stata una
costola della Iglesia Católica Tradicional Mex USA, guidata
dall'arcivescovo David Romo Guillén, che ha posto a Mexico City la
capitale del nuovo culto.
Attriti crescenti
con il governo messicano riguardano la possibilità che questa religione
venga riconosciuta ufficialmente.
Uno dei motivi di maggior imbarazzo al riguardo
è il favore con cui questo culto viene acclamato nell'ambiente del
narcotraffico e in quello carcerario. Dal 2004 anche la stampa statunitense ha
iniziato ad occuparsi crescentemente del fenomeno mentre il libro "La
santa Muerte" di Homero Aridjis, un romanzo che intreccia le vite di sei
fedeli della Santa, accreditandone l'immagine di protettrice dei narcos, è
diventato un best seller.
La Morte nei culti messicani
La parola sincretismo rischia di essere insufficiente per alludere alle
ascendenze delle manifestazioni religiose messicane. Brutalmente, e senza alcun
rispetto filologico per i tortuosi percorsi di queste influenze, si può
affermare che tre grande sistemi di credenze ne sono all’origine: il
cristianesimo (o meglio il cattolicesimo spagnolo del XVI secolo), le vestigia
delle culture precolombiane sopravvissute attraverso le culture popolari e la
cultura ‘yoruba’, altrimenti diffusa in Cuba e in Brasile che
arrivò nel continente americano attraverso gli schiavi africani. Nessuna
di queste culture é impermeabilmente aliena alle altre.
In ognuna delle molteplici combinazioni di questi elementi la Morte ha un
ruolo rituale e codificato eppure in nessuno di questi sistemi religiosi si
manifesta con la centralità e l’immaginario che nel nascente culto
della Santa Morte sta emergendo.
La Morte nei culti messicani / Le signore dei morti atzeche
I pedanti possono venirvi a dire che in Messico la
morte è sempre stata adorata come una divinità, una signora
ambiguamente benevola dagli impronunciabili nomi aztechi quali Hoatziqui o
Mictecacihuatl. Oppure, che anche in molte delle radici della cultura
occidentale, l’angelo Azrael, la dea Ecate, la divinita’ ctonia
Demetra, la morte ha sempre avuto altari e preghiere. Certo,
nell’osservare l’iconografia del culto della Santa Morte é
difficile dimenticare le fila di teschi che adornano i templi aztechi e non
pensare che si tratti di un genius loci messicano.
La Morte nei culti messicani / El dia de los muertos
Esistono versioni discordanti sull’origine del Dia de los muertos. A
fronte di una consolidata tradizione che vuole appunto che si tratti di reminescenze
dell’impero atzeco imbrigliate nelle festività cristiane, altri
(ad esempio Elsa Malvido, Estudios sobre la Muerte en la Dirección de
Estudios Históricos, Instituto Nacional de Antropología e
Historia) sostengono che l’origine sia viceversa completamente spagnola,
e, addirittura, che si tratti di una romantica riscoperta sotto il governo di
Lázaro Cárdenas “ad uso di quegli intelletuali, massoni e
anticlericali che volevano sottolineare l’identita’ preispanica dei
messicani”.
Quanto alle origini legate alla religiosità degli spagnoli viene
citata la “Adoración del Hueso”, la Adorazione delle ossa,
una ceremonia in cui, in occasione del primo novembre le ossa dei santi e dei
martiri venivano esposte per la venerazione popolare. Di questo vengono citate
le testimonianze pittoriche di Taxco, Zacatecas e Toluca. Analogamente si
ricorda che una statua della Buona Morte o della Santa Morte apriva le
processioni del Venerdì Santo.
La Morte nei culti messicani / Chamanería e Brujería
La Chamanería e’ una forma di pensiero magico il cui
fondamento é l’evocazione delle anime defunte così come di
principî sovrannaturali. Forse la più indigena delle religioni
messicane al punto che ad oggi ancora si divide secondo i legami originari con
i popoli precolombiani. Quindi esistono tradizioni Nahuas, Mayas, Zapotecas,
Mixtecas, Otomíes o Mazatecas. Per intenderci, si tratta di
quell’insieme di credenze di cui parla Carlos Castaneda nel suo Don Juan.
Gli sciamani messicani si definiscono popolarmente ‘Brujos’. Lo
spettro del loro intervento va dalla guarigione, alla richiesta di protezione
ultraterrena, all’interpretazione dei sogni, alla creazione di amuleti.
La capitale messicana di questa spiritualità é Sonora, con il suo
mercato di amuleti, preparati e immagini sacre. Secondo alcuni e’ qui che
la Santa Morte appare per la prima volta, più di un secolo fa, come un
prodotto da bancarella per una clientela avida di potenti immagini evocatrici.
La Morte nei culti messicani / L’Hechiceria
Hechiceria si può tradurre con buona approssimazione nell’italiano
‘stregoneria’, avendo come riferimento gli studi
sull’affàscino del De Martino di ‘Sud e Magia’.
Un sapere matriarcale di riti, filtri e malocchi che può spingersi
fino alla fattura di morte. Analogamente all’affàscino italiano
anche in Messico questa magia si divide nei medesimi colori: bianca, rossa e
nera. E’ probabilmente da questa cultura che la Santa Morte ha ripreso il
codice dei colori del suo mantello ad indicare differenti poteri nei riti
domestici che la riguardano.
La Morte nei culti messicani / Yoruba e Santeria
In estrema sintesi la cultura Yoruba é la stessa all’origine
della religione voodoo e delle Santerie che, a partire dal Brasile, si innervano nel territorio
latinoamericano. E’ parte di quello che l’antropologia definisce
‘Catholic Folk’. In
Messico il meccanismo di sovrapposizione tra animismo africano e oleografia
cattolica ha cannibalizzato il
panteon dei santi cristiani, piegandolo alle sue esigenze o arricchendolo di
santi immaginari ove necessario.Così Elewa si è reincarnato come il
Santo Niño de Atocha, Obbatalá nella Virgen de las Mercedes,
Oshun nella Virgen de la Caridad del Cobre e via di questo passo. In questo
senso anche un’altra orisha (divinità yoruba), Oya, chiamata anche
‘la signora dei cimiteri’, potrebbe aver trovato in Messico la via
della santità.
La Morte nei culti messicani / Curanderos e Botanistas
Per usare un termine etnografico i curanderos sono la declinazione
latinoamericana dei saperi demoiatrici, di quell’insieme di
ritualità, ricette e prescrizioni che costituiscono la versione
prescientifica della medicina. Ai curanderos ci si rivolge tuttora in una serie
di occasioni che spaziano dal morbillo all’aborto. Benche’ il mondo
dei curanderos non si possa definire religioso esistono entità
personificate in questo pensiero magico paragonabili alle Santerie. Persone
leggendariamente esistite, come Niño Fidencio o Don Pedro Jaramillo (curanderi
ottocenteschi che hanno lasciato un’ottima fama di se’),
cosí come la personificazione di potenze primigenie quali la Morte e
immagini di Gesù Cristo convivono sullo stesso scaffale e hanno il
medesimo diritto a ricevere orazioni. Le origini della Curanderìa
includono le superstizioni della Spagna del XVI secolo, i saperi botanico-farmaceutici
dei popoli mesoamericani e, nell’inevitabile contatto con il Nord, quelli
delle culture native del territorio statunitense così come
l’indelineabile mondo delle credenze Wicca. In una credibile analogia con
la medicina occidentale, l’equivalente delle farmacie per il sistema dei
curanderos sono le Botanicas, negozi in cui si vendono erbe, preparati
d’origine vegetali o animali e immagini venerande. Attualmente le
Botanicas delle grandi metropoli statunitensi sono il maggior centro di
diffusione dell’iconografia della Santa Morte negli Stati Uniti.
Crimine
e sentimento religioso
In questo
accatastarsi di immaginario religioso e devozione ogni aspetto
dell’esistenza e delle relazioni umane pare venga presieduto da un Santo.
Così avviene anche per le attività criminali. Come la maggior
parte dei messicani, anche i narcos, rivolgono le loro preghiere alla Virgen de
Guadalupe, la più venerata Madonna messicana, ma riservano una devozione
specifica per i Santi che, tradizionalmente, sono loro benevoli nel momento del
crimine e del pericolo. San Judas Tadeo, San Martìn Caballero (solo
apparentemente San Martino di Tours) o San Martìn Porres sono alcuni dei
Santi che vengono condivisi con il canone cattolico. Di altri, invece, non
c’é traccia sul calendario ecclesiastico.
I Santi dei Naercos/ Jesús Malverde e El Anima de Leyva
A Culiacàn ogni tre maggio migliaia di fedeli
vengono a portare omaggio a Jesus Malverde, la statua di un giovanotto con i
baffi. Non solo la chiesa cattolica nega l’esistenza di una persona con
questo nome, prima ancora che un santo ma anche le fonti storiche fanno credere
che le radici del mito del santo dei ladri, dei trafficanti e dei narcos,
questa specie di bandito che, analogamente a Robin Hood, distribuiva ai poveri
il suo bottino, siano un innesto fantastico sulla figura del bandito Heraclio
Bernal o su quella di Jesús Juárez Mazo. In entrambi i
casi si tratta di banditi che vennero condannati a morte, crudelmente e
ingiustamente secondo la tradizione, e i ventagli e le candele votive dedicate a
Malverde portano l’immagine di un uomo impiccato.Malverde è il
più tradidizionale dei santi pregati da chi chiede d’esser
vegliato nella sua condizione di illegalità. Una variante ben più
locale, della città di Ojinaga, è la leggenda dell’Anima di Leyva. Un
bandito condannato ingiustamente, é chiaro, al rogo, mantenne il suo
dito indice verso il cielo durante l’esecuzione. L’ipotetica
sepoltura della reliquia della sua mano destra viene venerata per invocare
protezione e scampo dalla legge.
Eppure, dopo quasi un secolo di ininterrotta venerazione anche la
tradizionale figura di Jesús Malverde è in
declino, travolto dall’inarrestabile popolarità della Santa Morte.
L’associazione Santa Morte – Narcos
è stata più volte rafforzata da fatti di cronaca:
nel 2004 il resoconto di un omicidio di massa nello
stato settentrionale di Sinaloa ha rivelato che più di 50 vittime
avavano tatuaggi o gioielli rappresentanti la Santa Morte;
sempre nel 2004 nel corso di un raid della polizia in
casa di Gilberto Garcia, un luogotenete del Cartello del Golfo vennero trovate
diverse statue della Santa Morte.
Il Reclusorio Norte
Anche se non si può determinare con certezza dove il culto della
Santa Morte sia iniziato, sicuramente si può datare l’anno zero di
questa religione verso la fine degli anni novanta. Quanto al luogo una delle
versioni vuole che si tratti del reclusorio norte, un penitenziario con una
popolazione carceraria di 8300 persone, la maggior parte condannate a lunga
detenzione e dall’età media di trent’anni. Probabilmente
è qui che il tatuaggio della Santa Morte ha avuto origine, soppiantando
gli altari alla Virgen di Guadalupe nel fornire un’analoga consolazione
materna. Ben oltre l’italico ‘Mamma perdono’, il tatuaggio
della Santa Morte, magari accompagnato dalla frase “muerte a
mi nemigos”, assume la funzione di voto religioso oltre che di fatto
identitario e ora, a dieci anni di distanza, è talmente diffuso da
essere inutile per distinguere l’ex galeotto dal narcos o dal semplice
fedele di Tepito.
Il
Quartiere di Tepito
Uno dei barrios di Mexico City, centoventimila
abitanti, settandue isolati. Un ghetto in cui le fasce più povere della
popolazione della capitale sono state costrette a riversarsi, in seguito alla
distruzione e alla riqualificazione dei quartieri periferici per lasciar spazio
all’onnivora città in espansione. Per due volte, nel 1920 e nel
1945, Tepito si é trovata improvvisamente affollata, ingestibile,
incontrollabile e incontrollabile è rimasta fino ai giorni nostri. Luogo
malfamato per antonomasia, al culmine del folklore, non è mistero per
nessuno che siano le mafie a comandare qui, tanto che al mito della Tepito
mafiosa è stato dedicato più di un film
(Que viva Tepito [1981];El Torito de Tepito [1981];
Tepito sì [1982]; Fayuqueros de Tepito [1982]; Los Caifanes de Tepito
[2000]; El Cartel de Tepito [2000]; Mi barrio es Tepito [2001]; Barrio Bravo de
Tepito [2001] El Gatillero de Tepito [2004]) titoli che raccontano un
immaginario tra epica, melodramma e chanson des gestes. Tradizionalmente Tepito
è stato un quartiere di calzolai e di piccole aziende di calzature; oggi
è per tutti il pericoloso quartiere della droga e della prostituzione,
oltre ad essere il quartier generale dei fedeli della Santa Muerte.
La
signora Romero
Già alla fine degli anni 90 a Tepito esisteva
una prima cappella della Santa Muerte. Era stata ricavata da una stanza
dell’abitazione privata della signora Enriqueta Romero Romero. Nel suo
essere una delle prime fedeli ad organizzare la devozione la signora Romero
rispecchia in sè le origini culturali del culto. Si definisce
convintamente cristiana e afferma la non estraneità della Santa alla
religione delle sacre scritture. Nega ogni integrazione di influenze dovute al
satanismo alla brujería o alla
hechicería. Dice di avere ereditato questa devozione dalla zia,
Leonor Paredes, a partire dal 1962 e afferma che il sentimento religioso per la
morte è di certo almeno secolare. Racconta, ad esempio d’aver
visto da giovane al mercato di Sonora una statua della Santa Morte la cui
fattura doveva risalire al 19° secolo, cui gli sciamani di Catemaco
tributavano un grande rispetto.
La signora Romero si occupa personalmente di vestire
la statua della Santa nella chiesa di Tepito.
La
Iglesia católica tradicional Mex USA
Nel 2003, la venerazione per la Santa trova un
importante riconoscimento formale grazie agli sforzi di David Romo Guillén.
La sua parte nell’affermazione del culto consiste nell’aver
costruito una cappella, prima, e nell’aver concesso i locali di una
chiesa, poi, perché il culto della Santa Morte trovasse infine uno
spazio pubblico.
David Romo Guillén é un arcivescovo
della
Iglesia católica tradicional Mex USA, una confessione diffusasi dal 1999
tra Messico e California.
Formalmente la La Iglesia católica tradicional Mex
USA ha un orientamento fortemente pre-conciliare. Si definisce tridentina,
facendo riferimento al messale codificato da Pio V al concilio di Trento nel
1570. E’ difficile capire come trovi spazio in tanta ortodossia la Morte
in persona, una presenza ben al di là di qualsiasi canone cristiano.
Lo stesso capitolo losangelino della chiesa
tradizionalista ha un atteggiamento ambiguo nei confronti
dell’arcivescovo di Mexico City, prendendone ora le distanze, ora
rifiutandosi di commentare. Di certo i locali della chiesa da lui guidata sono
il luogo di culto per eccellenza per i fedeli della santa, definiti formalmente
“Santuario nazionale della Santa Morte” ed è
l’arcivescovo Guillén a rilasciare dichiarazioni ai media,
riguardo alle manifestazioni e alle proteste, così come per denunciare
quello che secondo lui è una persecuzione della chiesa di Roma nei
confronti della libertà di culto.
La segreteria di stato, nell’ufficio della
Migracion y Asuntos Religiosos gli nega una prima volta lo status di
associazione religiosa, richiesta per sette immobili a Città del Messico
nell’ottobre del 2002. Ugualmente farà per tutte le richieste
successive fino ad arrivare alle proteste di piazza dell’aprile 2005.
Santa Morte vs Governo Messicano
Armando Salinas Torre e Alvaro Castro, rispettivamente
direttore e sottosegretario per
“Migracion y Asuntos Religiosos”, sono i funzionari
governativi del Segob che fronteggiano le rivendicazioni dei fedeli della Santa
Morte. La motivazione ufficiale del loro rifiuto a riconoscere la Chiesa di Tepito
appare ineccepibile: non si può richiedere che una confessione ottenga
dei locali per celebrare messe tridentine per poi utilizzarli per venerare la
Santa Morte. Di fatto, il più grande imbarazzo del governo messicano nel
riconoscere il culto riguarda la sua grande popolarità tra prostitute
carcerati e narcos o, come ha scritto un giornalista messicano, pretendere che
uno stile di vita illegale diventi addirittura glamour attraverso la maschera
di una falsa religione. In termini di popolarita’ un grande aiuto
all’espandersi del culto è arrivato proprio da un’icona
glamour, una star delle telenovelas, Niurka, un ex ballerina di origine cubana,
che ha dichiarato in una intervista la sua amicizia con l’arcvcescovo
Guillén e la sua fede nei confronti della Santa Morte, cosa questa che
ha garantito a quest’ulimo una serie di apparizioni nei più
importanti talk show della televisione messicana.
Si arriva così al 5 Aprile 2005 quando, in
occasione dell’ennesimo rifiuto del Segob a riconoscere la chiesa di Tepito
viene organizzata una manifestazione, sotto forma di processione in cui 30000
persone vestite di bianco e recanti immagini della Santa Morte hanno sfilato
per le vie del centro di Mexico City al grido di “Se ve, se siente,
la Santa esta presente”. Da allora ad oggi le processioni da e per la
chiesa di Tepito sono un fenomeno crescente.
Mira il tuo popolo bella signora!
La Santa Morte, in breve, si presenta come uno
scheletro abbigliato come una Madonna velata, in una mano un globo o una falce,
nell’altra una bilancia, talvolta alle sue spalle una scala. Ad essere
precisi, fatta eccezione per la festa di Ognissanti in cui viene vestita da
sposa, non è vestita come una Madonna, è vestita esattamente come
la Virgen de Guadalupe,. Di fronte alla cattedrale dedicata a
quest’ultima è già possibile acquistare oggetti che si
riferiscono al culto della Santa Muerte. Al suo altare vengono offerti fiori,
candele, ma anche ventagli, sigari, alcolici (analogamente a quanto accade in
Argentina con il culto di Gaucho Gil). Alla Morte si chiede protezione nel
crimine, così come nel pericolo (tanto che anche alcuni militari e
poliziotti messicani la venerano), le prostitute ne chiedono la protezione, i
narcos le si votano nel contrabbandare ‘la fina’, così come
prima d’eliminare un nemico, alla Santa Morte viene chiesta la
benedizione del denaro, del taxi, dei coltelli, delle pistole. Ugualmente viene
venerata come una Madonna da persone d’ogni ceto, non necessariamente
malavitose. Le si rivolgono, nella chiesa di Tepito novene e rosari,
intervallati da brevi formule specifiche (ad esempio: “Muerte querida de mi corazón, no me desampares de tu
protección”) e nella notte della prima domenica del
mese ha luogo un’affollatissima benedizione collettiva. Anche a Tijuana
la Morte viene pregata pubblicamente in una apposita chiesa. David Romo
Guillém si spinge a dire che i luoghi di preghiera sono 40 solo a
Città del Messico e 400 nell’intera nazione. Analogamente alle
novene mariane anche alla Santa Morte é riservata una lunga serie di
epiteti: la Niña Blanca, la Flaqua, la Flaquita, la Novia, Divina y
Poderosa Santisima Muerte, la Mujer de la Guadaña, Soberana
Señora, Poderosa Señora, Nuestra Señora. Nella devozione privata, la Santa Morte
viene pregata secondo i canoni della Hechiceria, attraverso una
ritualità magica che distingue poteri della Santa Morte a seconda del
colore del suo mantello. Le più venerate sono la Morte Verde, pregata
per protegger le persone in carcere “per giusto o ingiusto motivo”
e per uscire dalla tossicodipendenza,
la Morte Rossa cui si chiede vigore sessuale e soddifazione in amore, la Morte
Gialla preposta al denaro e al commercio. La Santa Morte vestita di Bianco
é la più ecumenica, quella che allude al rinnovamento e alla
rinascita spirituale, mentre quella Nera viene invocata per commettere fatti di
sangue o esserne protetti.
“Alla morte si possono chiedere cose che non si
possono chiedere alla Madonna”.
Si dice che i primi fedeli fossero carcerati e che
come primo patto con la Santa Morte chiedessero in una forma ambigua di voto la
possibilità di una morte violenta per se stessi. Questa era la prima
richiesta a cui era possibile farne in seguito altre. “Per chiedere un
favore alla Morte ci vogliono nervi saldi. Non si può tornare
indietro”. L’accusa più grave che viene rivolta ai fedeli
della Morte è che i favori della Santa verrebbero pagati con il decesso
di un caro. In tutti i siti e le interviste lette questa è di gran lunga
la leggenda da cui i fedeli della Morte vogliono prendere le distanze. Al
contrario, viene detto, la Morte è solo una consolatrice benevola,
benchè estremamente potente, e la brava gente d’ogni ceto che la
prega e ne riceve benefici è lì a testimoniarlo.
Santa Morte vs Chiesa Cattolica
Ad un certo punto, all’inizio degli anni 90,
grazie all’allentamento di leggi restrittive riguardo al culto che
risalivano agli anni 20, gruppi di praticanti di magia nera hanno iniziato a
coagularsi intorno alla figura della Santa Morte. Questa, in breve, la storia
del culto secondo l’accusa cattolica. La linea dura della curia messicana
dei primi anni, decisamente inefficace nell’urlare al satanismo, ha
lasciato con il tempo spazio ad un atteggiamento comprensivo, dove la parola
‘eresia’ è stata sostituita con ‘errore’.
L’attuale sentimento pastorale nei
confronti dei fedeli della Santa Morte vuole essere improntato ad una
‘grande pazienza ed ade una prudente tolleranza’.
Il documento “Directorio sobre la piedad
popular y la liturgia. Pricipios y
orientaciones.” è un
vero e proprio catechismo di ‘deprogrammazione’ rivolto ai fedeli
della Santa Morte. Vi si legge, tra l’altro:
Che cos’é la morte?
La morte é una conseguenza del nostro peccato originale. Non é un
castigo di Dio, ma una privazione dei beni che Adamo ed Eva possedevano prima
di disobbedire a Dio Padre.Cristo
si volle fare uomo, patire morire e poi resuscitare per offrirci la salvezza
eterna. Per il cristiano la morte non debe essere dolorosa o misteriosa, ha un
senso positivo ed è un passaggio da questo mondo al Cielo dove saremo in
presenza di Dio. Così va intesa la frase biblica ‘Cristo ha vinto
la morte’.
Probabilmente, infatti, una delle cose che
maggiormente offende la sensibilita’ cattolica è la frase
‘La Santa Morte ha vinto anche Cristo, anche se solo per tre
giorni’.
Nei giorni che precedettero
l’elezione di Benedetto XVI la stampa messicana si chiedeva nelle sue
colonne come avrebbe potuto il nuovo pontefice arginare l’erosione del
cattolicesimo. Invariabilmente venivano citate due confessioni in espansione:
la Chiesa Metodista e il culto della Santa Morte.
La
Santa Muerte, sexteto del amor, las mujeres, los perros y la muerte
Nel febbraio del 2004 viene pubblicato un romanzo di
Homero Aridjis, intitolato La Santa Muerte, un opera di narrativa in cui le esistenze
di sei differenti fedeli della Santa Muerte si incrociano. Arrivato oggi alla
sesta edizione si può serenamente parlare di best seller. Aridjis
è un romanziere e poeta molto letto in latinoamerica così come
distribuito in Spagna. Dice di aver incontrato la Santa Morte nella cappella di
un ranch di un narcotrafficante ad una festa in cui venne invitato,
‘all’epoca non mi ero reso conto della reale diffusione del
culto’. In seguito, mentre accompagnava sua moglie che realizzava un
documentario sulle bande di ragazzini. Infine ne comprò un santino in un
banchetto poichè colpito dalla straordinaria forza della sua immagine. Aridjis
è convinto
che ‘così come la Virgen de Guadalupe,
proviene da un sincretismo tra la dea Tonantzin e la Vergine María, la
stessa cosa accade con l’immaginario messicano dei sacrifici e le danze
della morte medievali europee’
Espansione del culto
Si parla di due milioni di fedeli in meno di tre anni.
Confini che vanno dall’Argentina agli Stati Uniti. Chiaramente ogni
comunita’ messicana nelle metropoli statunitense è una cassa di
risonanza per l’immaginario della Santa Morte. Ogni Yerberia o Botanicas
è letteralmente una vetrina di questo culto, da Los Angeles a New York.
Esistono tre gruppi di preghiera a Los Angeles, uno in Oregon e uno a
Washington DC, filiazioni formali della chiesa dell’arcivescovo Romo
Guillén. Lo stesso arcivescovo parla dell’istituzione di un corso
quadriennale per formare una ventina di officianti e della prossima apertura di
altre quattro chiese negli Stati Uniti. A Berkeley esiste un gruppo di
preghiera autoformatosi in cui i messicani sono una minoranza e, come è
facile intravedere, la noia della borghesia wasp può trasformarsi in un
potente catalizzatore.
Alcuni anni fa un gruppo heavy metal chiamato Brujeria
fece conoscere agli adolescenti
Statunitensi ed europei l’immaginario della
magia nera latinoamericana. Anche in questo caso la musica potrebbe essere un
veicolo virale per far conoscere il culto della Santa Morte. Nemmeno a dirlo
già esiste un gruppo hip-hop che si chiama El Cartél de la Santa,
i cui testi sono esclusivamente concentrati sulla figura della Santa Morte.
Infine anche nelle carceri americane, così come fu in quelle messicane
il culto si fa strada tanto che una delle più importanti fratellanze di
prigionieri si chiama ‘la eme’ dove emme sta per Muerte.
Nel frattempo il culto prospera, vengono organizzati
pellegrinaggi e proteste di piazza. I media tornano sempre più
frequentemente e con crescente competenza, sull’argomento, la rete si
affolla di siti e discussioni al riguardo. I seicento siti del gennaio 2005
sono diventati, in poco più di sei mesi 120 000. Forse uno dei dati
più impressionante.
Detto questo, non è difficile capire dove sia
la sensualità di questa religione e perché si stia espandendo
voracemente.
Il potere della morte è ben presente ad ognuno
di noi, ognuno l’ha conosciuto. Personificare questo principio come
un’entità con cui sia possibile venire a patti, a condizione di
una fede ferrea, è una visione la cui intensità è di sicura
presa. E’ insieme una madonna consolatrice, che certamente
giungerà, l’irriducibile dio di Isacco e una divinità
gotica e millenaria da racconto di Lovecraft. Una pop star destinata al
successo.
Sulla stampa messicana la Santa Morte è
un argomento ricorrente dal 2003, una metafora d’uso
quotidiano da editorialista.
Il vero salto di qualità arriva verso lo
scorso autunno, quando, nell’ottobre 2004 la stampa americana inizia
ad interessarsene, prima a livello locale, sulle gazette degli stati
meridionali, per arrivare ad un numero crescente di articoli e servizi da
parte di testate quali CNN e Washington Post.
In
Italia nessuno ne ha ancora parlato